Nei chiaroscuri forme ossessive


  La mostra per­sonale di Giuseppe Borrello (è calabrese d’origine, ma ora vive a Torino) presso la galle­ria «Immagini-Spazio Arte» (sino a sabato 14 aprile) ricon­ferma e rafforza la costante ri­cerca pittorica dell’artista che lo porta a perfezionare sempre più la grande abilità nel disegno e nel presentare le sue tematiche.

    In questa esposizione, che si può considerare una specie di antologica, il visitatore trove­rà sinteticamente un saggio significativo dell’arte di Borrel­lo, articolato nei più ricorren­ti aspetti della sua opera: da quadri di figure animali ai vol­ti e ritratti; dalle nature mor­te alla rappresentazione di scene religiose, nelle quali lo spazio architettonico è ossessivamente popolato di forme e immagini (si osservi, in parti­colare: «La strage degli innocenti» (fig.1); «Apocalisse 2000» (fig.2); «Deposizione»). (fig.3)

Il concetto che sta alla base di questa pittura della realtà può essere sintetizzato in questa osservazione: le forme na­scono dal disegno e vanno ver­so la soluzione di effetti pitto­rici sempre più evidenziati.

Così operando, come osser­va Barone, Borrello fa proprio il concetto rinascimentale del disegno inteso come opera pit­torica, condividendo il pensie­ro del Vasari secondo il quale il dipingere è disegnare. Fer­mo in questa convinzione, Bor­rello, come scrive sempre la Barone, è «riuscito a sviluppa­re una nuova tecnica pittori­ca, con la quale è possibile ot­tenere veri e propri dipinti semplicemente sostituendo ai tradizionali pennelli le odier­ne penne a sfera», per ottene­re «effetti chiaroscurali supe­riori a quelli normalmente raggiungibili con l’uso delle tecniche tradizionali».

Borrello, per la sua estrema attenzione al vero, può essere collocato nel filone di un reali­smo di scuola italiana. In que­sto ambito egli si fa interprete di una figurazione che assume evidenti dimensioni spiritua­li, come se essa fosse una parti­colare condizione dell’anima, in stretto rapporto con la forma. Il calore di questi dipinti, nonostante il prevalere del bianco e del nero, ci sospinge nel mondo attuale, moderno (negli aspetti) e antico (nello spirito) nello stesso tempo.

Da: La Provincia, quotidiano di Cremona  n.96 del 7 aprile 2001                    Ezio Maglia

                                                                                                    

                                                                                                                                                                                                            

                                                                                                  

 

Fig.1. G. Borrello - Strage degli Innocenti - 1990

 

Fig.2. G.Borrello - Apocalisse Duemila - 1982

 

Fig.3. G. Borrello - Deposizione - 1983